Mediazione
Mediazione civile in Italia: Il TAR del Lazio sostiene la riforma e respinge le contestazioni del CODACONS
di Francesco Romano Iannuzzi
Vittoria significativa per la mediazione civile e commerciale in Italia che si conferma fondamentale per il futuro della giustizia civile.

In Italia, la mediazione civile e commerciale sta sperimentando una rapida evoluzione, emergendo come un meccanismo cruciale per la risoluzione delle controversie, caratterizzato da maggiore agilità ed economicità rispetto alle tradizionali procedure giudiziarie. La recente e significativa iniziativa legislativa, nota come Riforma Cartabia, culminata nella revisione del D. Lgs 28/2010 e nell'emanazione del Decreto Ministeriale n. 150/2023 (DM 150/2023), ha rappresentato un passo decisivo verso il consolidamento di questo istituto. Tale riforma si propone di ammodernare il sistema giudiziario, ponendo l'accento sulla promozione di metodologie alternative di composizione delle liti, tra cui spicca la mediazione civile.
La Riforma Cartabia (DL 149/2022) ha gettato le fondamenta per una trasformazione del sistema giudiziario italiano, con l'obiettivo primario di incrementarne l'efficienza. In questo scenario, la mediazione civile è stata identificata come uno strumento strategico per ridurre il carico dei tribunali e offrire alle parti una via più celere e potenzialmente meno conflittuale per la risoluzione delle loro dispute.
Tra le misure introdotte dalla riforma, l'estensione della durata massima del procedimento di mediazione da tre a sei mesi, con la possibilità di un'ulteriore proroga, testimonia la volontà di dedicare il tempo necessario alla ricerca di soluzioni negoziate. L'apertura all'utilizzo della mediazione online e alla partecipazione da remoto riflette, pur con alcune criticità operative, un approccio moderno e orientato alla diffusione capillare dello strumento.
L'ampliamento dell'ambito della mediazione obbligatoria a specifiche tipologie di controversie sottolinea, inoltre, l'impegno a rendere la mediazione una componente integrante del percorso di risoluzione delle liti, mentre l'attenzione all'accesso alla giustizia attraverso l'estensione del sistema dei crediti di imposta e la previsione del patrocinio gratuito, per le fasce economicamente svantaggiate, evidenzia una visione inclusiva della riforma. Il DM 150/2023, in particolare, ha introdotto normative dettagliate per l'operatività della mediazione, inclusi i criteri per l'iscrizione degli organismi, i requisiti per i mediatori e una rinnovata struttura delle indennità.
La reazione del Codacons e il ricorso presentato: un'interpretazione parziale dei vantaggi della riforma
Queste modifiche hanno provocato una reazione da parte del Codacons, associazione per la tutela dei consumatori, che ha manifestato preoccupazioni, concentrandosi principalmente sul nuovo sistema delle indennità e sui costi per i cittadini e le imprese che ricorrono alla mediazione.
Nel gennaio 2024, il Codacons ha proposto un ricorso al TAR del Lazio contro il DM 150/2023.
Nel ricorso si sono costituiti il Codacons - Associazione Utenti della Giustizia e Giovanni Ognibene, contro il Ministero della Giustizia e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy nei confronti del Garante per la Protezione dei Dati personali, non costituito in giudizio; con l'intervento ad adiuvandum di Mauro Vaglio, Associazione «Orgoglio di Toga», Gianni Dell'Aiuto, Alessio Tranfa, Silvia Cappelli, Marina Meucci, Davide Cortellesi, Jacopo De Ponte, e con l’intervento ad opponendum di Ass.I.O.M. - Associazione Italiana degli Organismi di Mediazione, Primavera Forense S.r.l., A.D.R. Tiber S.r.l., Adr Center S.r.l., Unione Italiana Organismi di Mediazione - Uiom, Associazione Mediatori e Formatori.
Il Codacons ha motivato il ricorso con la preoccupazione che la nuova struttura tariffaria possa incrementare i costi della mediazione obbligatoria, ostacolando l'accesso alla giustizia per i cittadini e sostenendo che prima della riforma Cartabia ci si trovava di fronte ad un meccanismo che prevedeva una fase iniziale filtro della mediazione che, in caso di opt-out (scelta di non procedere) ad opera anche di una sola delle parti, era totalmente gratuita.
Il Codacons lamenta che, con la Riforma Cartabia, già all'atto del deposito della domanda di mediazione o dell'adesione, la parte, col nuovo sistema, deve pagare un’indennità corrispondente sia alle spese di avvio del procedimento che alle spese di mediazione per lo svolgimento del primo incontro, oltre alle spese vive documentate, e che la nuova disciplina ha comportato un sensibile incremento dei costi complessivi che le parti devono sostenere per la mediazione obbligatoria.
Il Codacons ha evidenziato, quindi, come il precedente sistema prevedesse una fase iniziale gratuita, mentre il DM 150/2023 abbia introdotto il pagamento fin dal primo incontro e costi significativi anche in caso di mancato accordo nella fase iniziale.
La Sentenza del TAR Lazio: Riforma pienamente legittima
Tuttavia, la prospettiva del Codacons ha trascurato i benefici a lungo termine di una mediazione più efficace e strutturata. La parziale introduzione di costi fin dal primo incontro mira a responsabilizzare le parti e a garantire che la mediazione sia intesa come un serio tentativo di risoluzione, piuttosto che un mero adempimento burocratico. Inoltre, la riforma ha puntato a rafforzare la professionalità dei mediatori, garantendo un servizio di elevata qualità.
Con la sentenza n. 5489 del 17 marzo 2025, il Tribunale Amministrativo ha respinto il ricorso del Codacons, confermando la piena legittimità del DM 150/2023 e una chiara convalida della validità e della necessità della riforma.
Questa decisione non solo consolida la mediazione come strumento chiave per la risoluzione delle controversie in Italia, ma suggerisce anche che le obiezioni sollevate dal Codacons potrebbero non aver pienamente considerato i benefici complessivi di un sistema di giustizia più efficiente e la maggiore professionalità dei mediatori.
La decisione del TAR Lazio rappresenta, quindi, un importante sostegno alla riforma e al ruolo crescente della mediazione in Italia.
Il TAR ha ritenuto che le nuove disposizioni siano coerenti con la riforma della mediazione e mirino a rafforzare l'istituto e la professionalità dei mediatori. Come evidenziato nella sentenza: "Rileva il Collegio come le previsioni normative contestate siano coerenti con lo spirito della riforma della mediazione ed immuni da vizi di incostituzionalità siccome improntate ad un generale rafforzamento dell’istituto e correlativamente della professionalità dei mediatori"; inoltre il TAR ha affermato che: "Il fatto che l’istituto sia stato reso più efficace lungi dall’atteggiarsi a ostacolo al diritto di difesa disvela il giusto intento di rendere la mediazione non un mero inutile passaggio procedimentale ma un momento dialettico serio e ponderato tra le parti contendenti nell’ambito del quale queste ultime possono trovare un accordo senza che sia preclusa la strada giudiziale". Il Tribunale ha sottolineato, inoltre, che: "Infatti come dedotto in modo condivisibile dalla difesa erariale con osservazione plausibile sia dal punto di vista giuridico che dal punto di vista della logica comune, il versamento del costo della mediazione responsabilizza le parti rispetto all’utilità dell’incontro e consente loro, in caso di esito positivo, di definire la controversia non esponendosi al pagamento dei costi ben più alti che comporta l’instaurazione di un processo".
Il Tribunale ha evidenziato che la previsione di un'indennità per il primo incontro incentiva la partecipazione attiva e consapevole delle parti promuovendo un effettivo tentativo di conciliazione, sottolineando che il diritto di accesso alla giustizia rimane garantito e che sono previsti meccanismi di tutela per le parti economicamente svantaggiate come il patrocinio gratuito e i crediti d'imposta. In conclusione: "Ne risulta un sistema perfettamente coerente in nulla preclusivo dell’accesso alla giustizia anche per i soggetti che non abbiano sufficienti capacità economiche e ancora una volta ispirato ad una generale riconfigurazione dell’istituto in termini di efficacia e importanza".
La conferma della legittimità del DM 150/2023 sottolinea l'impegno del legislatore e della magistratura verso un sistema di giustizia moderno ed efficiente. In particolare, il TAR ha escluso qualsiasi dubbio di costituzionalità o illegittimità del decreto, rigettando le contestazioni del Codacons.
Il tribunale ha inoltre respinto la richiesta di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE), affermando che la riforma della mediazione è pienamente conforme alle normative europee.
La decisione del TAR evidenzia i benefici complessivi di una riforma che mira a rafforzare la mediazione, promuovendo una cultura della risoluzione pacifica delle controversie, alleggerendo il carico del sistema giudiziario tradizionale.
Questa sentenza consolida la mediazione come pilastro fondamentale per il futuro della giustizia civile in Italia.
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